Formazione & risorse umane

Potenziamo il talento attraverso la Formazione e lo Sviluppo delle Risorse Umane utilizzando strumenti di formazione ed addestramente all’avanguardia

Un esempio:

per l’insegnamento della lingua italiana a persone straniere, viene utilizzato il metodo “Flipped Classroom” che permette l’apprendimento attivo della lingua, ottimizzando ed incrementando i tempi di comprensione

Qui un video di spiegazione delle tecniche e metodologie usate:

Insieme per crescere: Progetti e Collaborazioni Internazionali

Ottimizzazione delle Risorse Umane: strategie vincenti per il successo aziendale

Marco Polo al tuo servizio per valorizzare il capitale umano e potenziare la produttività aziendale.

Marco Polo, in collaborazione con il Consulente del Lavoro “Studio Martignago Ferdinando”, iscritto all’Albo al n. 434, delegato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Delega n. RM01257FL Aut. Min. n.1288 del 27/01/2005), propone:

  • Tirocini formativi e di orientamento
  • Intermediazione del lavoro
  • Ricerca e selezione del personale
  • Formazione e ricollocamento professionale
  • Contrattualistica aziendale e del lavoro

Risorse umane

Come avviene la modalità di ricerca e selezione del personale? In che misura viene effettuata formazione? In che misura vengono attuate pratiche di coinvolgimento dei dipendenti?

Le risorse umane costituiscono il più importante investimento finalizzato alla realizzazione delle strategie aziendali.

Proprio per questo è importante valorizzare il proprio “capitale” umano, anticipando fenomeni quali turnover, individuando aree di criticità in termini di competenze e conoscenze da colmare attraverso adeguati percorsi formativi e definendo piani di incentivazione e politiche retributive equilibrate.

Dipendenti soddisfatti e motivati insieme alla capacità di delega del management possono diventare fattori determinanti non solo nella creazione di un clima collaborativo costruttivo, ma anche nell’incremento della produttività aziendale.

TIROCINI INTERNAZIONALI

Cos’è un Tirocinio Internazionale – “European Work Experience”

Che cos’è il tirocinio internazionale

“European Work Experience” di Marco Polo

Il Progetto Europeo “European Work Experience” di Marco Polo riguarda dei tirocini formativi professionalizzanti, svolti direttamente presso aziende e per un periodo di tempo determinato, al fine di consentire l’acquisizione di competenze lavorative “on the job” per favorire la mobilità internazionale di qualità.

Leonardo da Vinci è sicuramente il programma U.E. che maggiormente consente di evidenziare il crescente sforzo comunitario in materia di formazione.

Rivolto a giovani in formazione professionale iniziale, giovani lavoratori e neolaureati, studenti universitari e responsabili delle risorse umane, consente di seguire una parte della loro formazione in un altro stato membro, per arricchirsi professionalmente attraverso un’esperienza di carattere internazionale per:

promuovere le abilità e le competenze, soprattutto dei giovani, durante la formazione professionale iniziale a tutti i livelli, ricorrendo tra l’altro alla formazione professionale e all’apprendistato integrati dal lavoro, al fine di favorire la capacità d’inserimento e reinserimento professionale;

migliorare la qualità della formazione professionale continua, nonché l’acquisizione di abilità e competenze lungo tutto l’arco della vita, al fine di accrescere la capacità di adattamento in particolare a fronte delle innovazioni tecnologiche e organizzative;

promuovere e rafforzare il contributo della formazione professionale al processo innovativo, per migliorare la competitività e l’imprenditorialità anche nella prospettiva di nuove possibilità di occupazione.

Un esempio di Accordo Internazionale realizzato

Nel settembre 2006 Marco Polo ha firmato un accordo internazionale tra l’Italia (Consorzio Alberghi Lignano) e l’Ungheria con i seguenti scopi :

Formazione stranieri attentamente selezionati
Inserimento del personali in tirocinio formativo
Promozione del territorio del Friuli Venezia Giulia

Che cosa ne pensano le aziende che hanno partecipato al Progetto “European Work Experience”

In questo video, inserito in YouTube, alcune esperienze documentate su che cosa pensano le aziende che hanno già partecipato al Progetto “European Work Experience” di Marco Polo

In questo filmato, i punti principali del Progetto “European Work Experience” di Marco Polo

10 buone ragioni aziendali per aderire.

1. Condivide, fin da subito come Partner, alla distribuzione delle risorse economiche messe a disposizione dall’Unione Europea.

2. Usufruisce dell’esperienza già acquisita. Tutte le procedure sono già state sperimentate con successo nel corso degli anni. Il Progetto è coordinato in Italia da “Marco Polo G.E.I.E.” (Gruppo Europeo di Interesse Economico), Istituzione voluta dalla Commissione Europea per sviluppare collaborazioni all’interno dell’Unione Europea.

“Marco Polo G.E.I.E”. è l’unico Gruppo Europeo di Interesse Economico italiano accreditato presso l’Unione Europea per il rilascio di “Europass Mobility”.

3. Usufruisce del “marketing passaparola” in quanto il tirocinante divulga all’estero (parenti, amici, giornali, blog, Facebook, ecc.) l’esperienza svolta presso l’azienda ospitante, contribuendo a diffonderne il nome e l’immagine (ve lo possiamo documentare!). E’ tutta pubblicità gratuita fornita dal tirocinante: Ambasciatore gratuito all’estero dell’azienda. L’accordo firmato con il Consorzio Alberghi Lignano è stato divulgato dalle televisioni ungheresi ed ha portato benefici turistici all’intero comprensorio

In questo video, in lingua originale, quanto è apparso su MTV, riguardante l’accordo internazionale di cui sopra

In quest’altro video, sempre in lingua originale, quanto è apparso su Duna Telvision e riguardante l’accordo internazionale di cui sopra

Qui sotto il grafico che dimostra l’incremento di turisti ungheresi a Lignano, l’anno successivo in cui alberghi e ristoranti di Lignano hanno partecipato al Progetto “European Work Experience” e sono apparsi in televisione, i filmati di cui sopra:

4. Qualità. Sono studenti/lavoratori con cultura di scuola media superiore e universitaria.

5. Flessibilità. Il percorso formativo consente loro di ricoprire e svolgere le stesse mansioni di un dipendente (il tirocinante non è un dipendente)

6. Nessun vincolo. Se il soggetto si rivela inidoneo a continuare il tirocinio, può essere allontanato semplicemente indicandone, con una comunicazione scritta, i motivi che ne hanno deciso l’allontanamento

7. Legalità. “European Work Experience” è controllato, in tutte le sue fasi, dalla nostra Agenzia per il Lavoro, autorizzata dal Ministero del Lavoro, e dallo Studio di Consulenza del Lavoro. Inoltre, essendo inserito in un Progetto europeo, agli stagisti partecipanti viene rilasciato “Europass Mobility”, il Certificato Europeo relativo all’esperienza lavorativa legalmente effettuata in Italia.

8. Sicurezza. I partecipanti sono studenti comunitari maggiorenni ben identificati e controllati in Patria prima di partire (qui a fianco la foto di una delle più importanti scuole Partner in Ungheria: Gundel Károly Vendéglátóipari és Idegenforgalmi Szakképző Iskola). E’ disponibile il Curriculum Vitae di ogni tirocinante

9. Pianificazione. Questo Progetto, di medio/lunga durata, permette anche una pianificazione, ottimizzazione e diversificazione delle risorse umane all’interno dell’azienda ospitante.

10. Affidabilità e Continuità. Ogni persona che partecipa come tirocinante a questo Progetto Europeo, è persona affidabile e disponibile, in quanto ha motivazioni importanti che gli impongono di completare il tirocinio perché deve:
a) perfezionarsi nella lingua italiana, per poi continuare gli studi;
b) ricevere “Europass Mobility” che gli consente di ottenere fiducia e prestigio;
c) aver la possibilità di sostenere l’esame di lingua italiana presso l’università italiana per stranieri;
d) ricevere una borsa di studio utile per proseguire gli studi in Patria;

Chi può partecipare

Possono partecipare tutte le aziende che garantiscono vitto e alloggio ai tirocinanti.

Che cosa bisogna fare e quando

Manifestare, fin da subito, la propria disponibilità, compilando ed inviando il modulo (scarica qui) via fax allo 0422029841

il questionario ha il solo scopo di identificare le caratteristiche dei potenziali Partner. Le risposte non impegnano in alcun modo né il compilatore, né Marco Polo in quanto i rapporti verranno regolati esclusivamente da appositi contratti.

AGENZIA PER IL LAVORO

Lo Studio di Consulenza del Lavoro Martignago Ferdinando, è delegato ad operare come Agenzia per il Lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Esaminiamo ora i vari punti partendo dal:

Contesto Giuridico

L’obiettivo della pubblicazione allegata è quello di contestualizzare il ruolo del Consulente del Lavoro come Protagonista del Mercato del Lavoro sotto i profili sociale, normativo e deontologico per favorire la presa di coscienza delle potenzialità e delle responsabilità che il legislatore ha riconosciuto al Consulente del Lavoro, inserendolo con la Legge Biagi nel novero di coloro che sono autorizzati a realizzare l’intermediazione tra chi offre e chi cerca lavoro.

INTERMEDIAZIONE DEL LAVORO

Elementi decisivi del successo di un’organizzazione sono l’inserimento e la guida nell’apprendimento, non solo dal punto di vista tecnico-funzionale, ma anche in termini di regole, valori, obiettivi e strategie aziendali. La valorizzazione e lo sviluppo di capacità e potenzialità nei collaboratori, ma anche la corretta gestione delle “uscite” di questi, risultano altresì componenti decisivi per il successo di una realtà aziendale.

In queste attività, infatti, si giocano e si esplicitano le caratteristiche peculiari dell’organizzazione; inoltre si acquisiscono, si sviluppano e si mettono a sistema le competenze distintive di ogni impresa.

L’inserimento di competenze idonee non è frutto di un caso fortuito, ma risulta essere un’abilità strategica che mira ad attrarre capacità e caratteristiche davvero utili per raggiungere gli obiettivi di business dell’impresa,oppure per garantire il successo di un’organizzazione non profit o di un ente pubblico.

Favorire il ricambio di tali competenze e garantire lo sviluppo umano e professionale delle stesse non è un procedimento automatico, né può essere lasciato alla fortuna.

La definizione d’intermediazione che ci piace ricordare è quella che vede tale attività favorire l’incontro fra due percorsi: da una parte quello di una persona che intende sviluppare le proprie capacità per soddisfare sogni personali e professionali; dall’altra quello di un’organizzazione, anch’essa animata da una volontà, che risulta essere l’espressione e la realizzazione di un “sogno” imprenditoriale. In sintesi, anche l’impresa effettua un percorso.

Se questo è vero, è chiaro che l’abilità dell’intermediatore starà proprio nel comprendere al meglio, con la maggiore professionalità ed oggettività possibile, le traiettorie dei due percorsi e valutare se l’unione delle due vie è davvero, per entrambi, occasione di realizzazione e potenziamento.

Infatti solo da un momento d’incontro di percorsi può nascere un’“alleanza” tra impresa e persona finalizzata al reciproco sviluppo. Tale è l’unica strategia che assicura ad entrambi la soddisfazione dei propri desideri, nel medio e lungo periodo.

LA RICERCA E SELEZIONE DEL PERSONALE
Come per ogni attività complessa,anche la ricerca e selezione del personale richiede l’adozione di un metodo che possa condurre con ragionevole certezza al risultato auspicato.

Contrariamente a quanto comunemente si pensi, la ricerca di personale e, più ancora, la selezione dei candidati individuati (su delega dell’imprenditore o del manager dell’azienda Cliente), è una attività complessa e di natura squisitamente consulenziale.

Essa dunque si distingue nettamente dall’intermediazione, il cui obiettivo è raggiunto con lo scambio di informazioni tra Cliente e Candidati.

Infatti, con tale attività il Consulente del Lavoro collabora attivamente allo sviluppo dell’impresa Cliente, assumendo su di sé l’importante e delicata responsabilità di individuare e rendere disponibili all’impresa le competenze necessarie al suo sviluppo.

Sul tema delle competenze giova ricordare la loro importanza, e come queste siano il patrimonio aziendale più complesso da definire, acquisire e sviluppare.

Ma esse hanno anche un grande pregio: trattandosi di capacità della persona,le competenze possono essere sviluppate, possono adattarsi al mutevole scenario in cui devono essere utilizzate, possono modificarsi e diventare via via più competitive, garantendo quindi all’organizzazione che le ha in sé il progressivo adattamento del proprio operare consentendole quindi un continuo progresso.

FORMAZIONE E RICOLLOCAZIONE DEL PERSONALE

Negli ultimi anni i fenomeni di internazionalizzazione, globalizzazione e innovazione tecnologica hanno avuto forti impatti sui modelli organizzativi aziendali e sul Mercato del Lavoro. Molte aziende si sono così misurate con i problemi creati da esuberi di personale o dalla presenza di personale nel proprio staff in possesso di competenze superate e non facilmente sviluppabili.

Gli strumenti a disposizione degli imprenditori in questi casi sono stati strumenti “passivi” o unicamente di sostegno del reddito, quali la CIG, la mobilità e i prepensionamenti.

Il modello adottato, in virtù di una legislazione fondata su concetti di “welfare assistenzialista”, è stato improntato ad aiutare e sostenere economicamente la persona in fase di uscita dall’azienda senza pensare a come rivalutarla o ricollocarne le competenze.

Così, se osserviamo attentamente le tre fasi di vita della risorsa umana nell’azienda (entrata, percorso lavorativo e uscita) notiamo che, mentre le prime due sono improntate ad una filosofia positiva e costruttiva, l’ultima è caratterizzata generalmente da negatività ed anche disinteresse verso la risorsa. Nel momento in cui si chiude il rapporto con l’azienda essa viene considerata “persa”, dunque non si investe sull’uscita!

Oggi si va sempre più scoprendo come tale atteggiamento non paghi.

Non paga a livello sociale in quanto colloca in posizione inattiva un gran numero di persone dotate di competenze ed energie elevate. Non paga la singola azienda che spesso si trova a gestire un’ “uscita” conflittuale con una serie di ripercussioni interne gravi.

La ricollocazione professionale (outplacement) rappresenta invece uno strumento attivo per la gestione del momento conclusivo del rapporto di lavoro e può rendere tale momento un passaggio ad una ulteriore fase di sviluppo per il dipendente e per l’azienda.

La ricollocazione professionale determina infatti vantaggi sia per la persona che si ricolloca, partecipando personalmente all’operazione, sia per l’azienda che chiude un rapporto di lavoro in modo definitivo, sia per la comunità che ha ritorni positivi per una risorsa utilizzata e non ferma.

Altresì diminuiscono i tempi di disoccupazione dei lavoratori, accelerando il processo di transizione da un’azienda ad un’altra, regolando il bisogno di domanda e di offerta sul Mercato del Lavoro.

La ricollocazione professionale ha quindi l’obiettivo di trasformare un problema in opportunità.

Il Consulente si assume la responsabilità di seguire il dipendente nella ricerca di una nuova occupazione senza limiti di tempo. L’obiettivo che il Consulente persegue è definire esattamente il progetto professionale insieme al dipendente, affinché quest’ultimo si reinserisca in modo definitivo nel Mercato del Lavoro. Ma è il dipendente che, diventando l’attore principale del processo, gestisce in prima persona il percorso, utilizzando i servizi che il Consulente mette a disposizione. Egli fornisce tutti gli strumenti e l’assistenza necessaria fino al compimento dell’operazione, ma non opera mai in prima persona.

Infatti, il Consulente che “accompagna” il dipendente nella ricerca di una nuova occupazione deve rappresentare un sostegno, un supporto che stimoli e sappia portare la persona alla piena consapevolezza del proprio valore e delle proprie potenzialità e mai sostituirsi ad essa.

La perdita del lavoro rappresenta infatti un momento estremamente delicato e psicologicamente difficile per la persona. Solitamente viene vissuto, in termini negativi, con conseguenze anche importanti sulla stabilità della vita di una persona; tale perdita “ scombina le abitudini quotidiane, i ritmi di vita, il rapporto con il tempo, il rapporto con gli altri, il rapporto con la famiglia, il rapporto con se stessi. Dunque più il tempo passa e più lo “stato di disoccupazione” trasforma la persona in un emarginato, in un escluso dalla società e in particolare dal mondo del lavoro”.

Per tale ragione deve essere il lavoratore a superare tale fase, riuscendo in questo modo a riprendere fiducia nei propri mezzi. Il nuovo lavoro deve essere un risultato del lavoratore e non del Consulente.

La ricollocazione professionale si pone l’obiettivo di far vivere al lavoratore il momento del licenziamento come una fase transitoria di passaggio da un lavoro ad un altro, accompagnato e sostenuto da Consulenti professionisti. La persona avrà la possibilità di leggere la realtà sotto un diverso punto di vista e ciò l’aiuterà a sbloccare una situazione di disagio. Disporrà inoltre di tutti gli strumenti per gestire praticamente il passaggio, riducendone i tempi. La decisione è l’elemento che segna il passaggio da uno stato di debolezza ad uno di forza; il cambiamento può essere subíto oppure direzionato e scelto.

CONSULENTE LAVORO

CONSULENTI DEL LAVORO NELLA REALTÀ
ECONOMICO-PRODUTTIVA E SOCIALE DEL PAESE

I Consulenti del Lavoro in Italia sono 20.000, hanno circa 70.000 dipendenti, amministrano circa 1.000.000 aziende con 7 milioni di addetti, gestiscono personale dipendente per un monte retribuzioni di circa 66 milioni di euro l’anno, redigono 1.200.000 dichiarazioni dei redditi e esercitano funzioni di conciliazione o di consulenza di parte o di consulenza tecnica del giudice in oltre 100.000 vertenze di lavoro.

Nella graduatoria dei liberi professionisti sono al terzo posto per base imponibile denunciata al fisco, dopo notai e commercialisti.

L’intervento professionale del Consulente del lavoro si colloca generalmente nell’area della consulenza alla piccola-media impresa con una specializzazione nella gestione dei rapporti di lavoro, in linea con l’evoluzione del sistema produttivo che, secondo gli esperti di scenario, sarà nel futuro costituito da piccole imprese operanti in prevalenza nel terziario, dove la gestione delle risorse umane costituirà il vero fattore strategico di sviluppo.

In uno dei passi più significativi della ricerca svolta recentemente dal Censis, che vede nel Consulente del lavoro un vero e proprio dirigente esterno alla piccola e media impresa, si legge: “Nel panorama delle professioni emergenti, quella del Consulente del lavoro è certamente una figura emblematica di tutto un processo che nella società del terziario avanzato conduce progressivamente ad una accentuata specializzazione funzionale nel campo dei servizi”.

IL PERCORSO FORMATIVO

Per essere Consulenti del Lavoro ed esercitare la professione è necessario aver:

Concluso appositi studi universitari di almeno 3 anni

Effettuato almeno 2 anni di tirocinio e con una frequenza minima di quattro ore giornaliere presso lo studio di un Consulente, di un avvocato, commercialista o ragioniere

Superato gli esami di Stato

Essere iscritto all’Albo dei Consulenti del Lavoro

Frequentare regolarmente i corsi di aggiornamento annuali in materia fiscale e del lavoro

Aderire ad un codice di comportamento etico

FUNZIONI E COMPETENZE PROFESSIONALI
DEL CONSULENTE DEL LAVORO

I Consulenti del Lavoro sono operatori tecno-sociali che esplicano le proprie funzioni soprattutto nell’ambito di realtà imprenditoriali medio-piccole, favorendo lo sviluppo dei processi economici aziendali e la gestione delle risorse umane.

L’attività del Consulente del lavoro si colloca quindi in posizione centrale tra impresa, istituzioni pubbliche e lavoratori.

Il suo ambito professionale comprende:

genesi, definizione, evoluzione di un rapporto di lavoro: gestione di tutti gli aspetti contabili, economici, giuridici, assicurativi, previdenziali e sociali che esso comporta;

assistenza e rappresentanza dell’azienda nelle vertenze extragiudiziali (conciliazioni e arbitrati) derivanti dai rapporti di lavoro dipendente e autonomo;

assistenza e rappresentanza in sede di contenzioso con gli Istituti Previdenziali, Assicurativi e Ispettivi del Lavoro;

selezione e formazione del personale;

consulenza tecnica d’ufficio e di parte presso il Tribunale;

igiene e prevenzione negli ambienti di lavoro;

tecniche di analisi dei costi d’impresa per la definizione del prezzo del prodotto/servizio,

redazione dichiarazione dei redditi;

gestione aziendale: analisi, costituzione e piani produttivi, assistenza fiscale e tributaria, tenuta delle scritture contabili, controllo di gestione e analisi dei costi, redazione dichiarazione dei redditi;

assistenza in sede di contenzioso tributario presso le commissioni e gli uffici dell’Amministrazione Finanziaria;

consulenza e assistenza nelle relazioni e nei rapporti aziendali (contratti, convenzioni, etc.) di carattere obbligatorio, tipico e atipico;

certificazione eticità del rapporto di lavoro.

PRESENTAZIONE DELLO STUDIO DI CONSULENZA DEL LAVORO
Lo Studio svolge attività di “Consulenza Internazione per l’Organizzazione Aziendale, il Lavoro e lo Sviluppo” ed è specializzato nelle pratiche di immigrazione relative a:

Tirocinio per addestramento e formazione

Appalto internazionale di opere o servizi

Affari per partecipazione a fiere, convegni, ecc.

Lavoro autonomo (lavori a progetto, iscrizione all’Albo degli artigiani, dei commercianti, ecc.)

Riconoscimento in Italia del titolo di infermiere, medico, odontoiatra, ostetrica.

Titolare dello Studio è Martignago Ferdinando, Consulente del Lavoro, iscritto all’Albo dei Consulenti del Lavoro di Treviso (Italia) al n. 434.

http://www.consulentidellavoro.tv.it/index.php?option=com_subslist&task=searchByInitial&Initial=M

Lo Studio è Socio fondatore del Marco Polo G.E.I.E. (Gruppo Europeo di Interesse Economico), nuova forma di cooperazione e partenariato europeo trasnazionale che consente ad Istituzioni ed Enti privati e pubblici di esercitare in comune alcune attività ai fini della partecipazione ai programmi dell’ Unione Europea.

Con questo istituto si è offerto alle piccole e medie imprese di ogni forma sociale, ma anche ai liberi professionisti, alle associazioni, agli enti territoriali ecc., la possibilitá di creare in Europa collaborazioni e cooperazioni trasnazionali.